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Scrivici |Il Conte di Savoia e il Rex
Nastrino del varo del Conte di Savoia (28 ottobre 1931) - Fotografia Sergio Abrami
Si ringrazia il Signor Sergio Abrami per la fotografia del nastrino del Conte di Savoia. Il padre Gualtiero (Tenente di complemento degli Alpini del Battaglione l'Aquila Divisione Julia) era presente alla cerimonia per il varo del transatlantico.
Ringraziamo anche Marco Caligaris per le fotografie dei transatlantici presentate in questa pagina.
Nel 1930 la crisi economica mondiale era una realtà che portava ad una diminuzione del traffico passeggeri. Il Lloyd Sabaudo, compagnia privata, aveva subito solo una modesta flessione nel numero passeggeri, in quanto le sue navi avevano molto successo per la qualità dell’offerta. Inoltre l’ottima gestione finanziaria permetteva di chiudere in attivo, distribuendo gli utili. Tuttavia la concorrenza si faceva difficile con la presenza di capaci e veloci transatlantici di altre nazioni. Era quindi ragionevole non perdere il vantaggio acquisito, proponendo una nuova grande unità di adeguato livello. L’investimento era rischioso e discutibile, poiché i transatlantici sabaudi dispiegati per servire il Nord America non erano saturi e la nuova nave poteva sottrarre clientela al resto della flotta, senza vantaggi. In fondo era come declassare le navi esistenti: Conte Biancamano, Conte Grande, oltre che Conte Rosso e Conte Verde. Ma volendo proseguire nel successo commerciale, avevano il loro peso anche considerazioni di prestigio e coraggio, pertanto alla fine del 1929 era stata assegnata la costruzione del Conte di Savoia al cantiere navale di San Marco a Trieste. Doveva avere una velocità di almeno 27 nodi, sufficiente per andare dall’Italia a New York in soli sette giorni.
La nave fu impostata il 4 ottobre 1930, realizzata rapidamente e fu varata il 28 ottobre del 1931, alla presenza di Umberto II di Savoia e Maria Josè. Lunghezza 248 metri, larghezza 29,5 metri, per 48.500 tonnellate di stazza. 360 passeggeri di prima classe, 778 di seconda, 922 di terza, più 990 persone di equipaggio. La nave abbinava lusso e modernità, con ambienti vasti e organizzati in modo originale. Sul ponte aperto due terrazze erano unite da passerelle, con al centro la piscina scoperta. Il ponte passeggiata ampio e lungo circondava la nave, portando alla veranda e al belvedere. Nel ponte saloni si trovavano la piscina coperta, il giardino d’inverno, la passeggiata coperta e il grande salone Colonna, di 550 metri quadrati, con due navate laterali e ricche decorazioni, tra cui l’affresco sul soffitto (Battaglia di Lepanto). Su un altro ponte si apriva lo spazioso salone da pranzo. Inoltre la nave aveva altri locali e servizi, tra cui l’ufficio bancario, l’ufficio informazioni e viaggi, la palestra, la chiesa. Il Conte di Savoia era dunque la tangibile dimostrazione del livello raggiunto dal Lloyd Sabaudo, che non aveva mai voluto confluire nella Navigazione Generale Italiana, grande società a partecipazione statale che aveva fino ad allora assorbito altre società italiane, talvolta in difficoltà.
La N.G.I. aveva sempre visto il Lloyd Sabaudo come un pericoloso concorrente. Anche la N.G.I. scendeva in lizza con la nascita del Rex, appena più grande del Conte di Savoia. La presenza aggiuntiva di questi due giganti nella flotta passeggeri italiana poneva dunque il problema di un surplus nell’offerta, che poteva essere meglio gestita attraverso l’unificazione delle varie società, operazione certo invocata dalla N.G.I. per eliminare l’avversario, ma non altrettanto gradita al Lloyd Sabaudo per lo stesso motivo.
Il Conte di Savoia - Fotografia Collezione Caligaris
Il Conte di Savoia e il Rex
Conte di Savoia e Rex furono le navi ammiraglie della flotta passeggeri italiana negli anni trenta, dividendosi la rotta più prestigiosa, quella verso il Nord America. Le due navi, apparentemente gemelle, furono in realtà avversarie in quanto appartenenti a due compagnie concorrenti. Il Conte di Savoia era del Lloyd Sabaudo, costituito da privati, mentre il Rex era della Società di Navigazione Italiana, realtà a partecipazione statale. Nati uno dopo l’altro, ma da imprenditoria e da concezioni completamente diverse, i due transatlantici si trovarono fatalmente insieme sotto la stessa compagnia Italia a seguito della fusione voluta dal regime fascista nel 1932, per razionalizzare la flotta e contenere i costi in un decennio economicamente non facile.
Forse la storia sembra privilegiare il Rex, certamente più citato, come mitico rappresentante dell’epopea delle navi passeggeri italiane. Il privilegio è dovuto al primato mondiale conquistato dal Rex nella traversata atlantica, che il Conte di Savoia mancò di poco, per aver rispettato il comfort dei passeggeri (usò i suoi famosi girostabilizzzatori per compensare il rollio, rallentando la media). D’altra parte era la “nave che non rolla” e doveva mantenere la sua fama. Peccato perché poteva vincere. Non bisogna dimenticare che nelle prove di macchina il Conte di Savoia aveva battuto il Rex, conquistando un altro primato mondiale. Il Comandante Lena del Conte di Savoia, nonostante le richieste del governo fascista, non volle ripetere il tentativo transatlantico. Fu così il Rex ad avere miglior fortuna, conquistando il Nastro Azzurro.
Il primato rimase nella storia, mentre si citano assai meno le preferenze dei grandi del mondo per il Conte di Savoia, evidentemente più bello, piacevole, confortevole: la nave degli intenditori, insomma. Basta vedere la rassegna di fotografie per capirlo. Forse il Conte di Savoia subì una penalizzazione, in modo analogo ai quadri dirigenti del Lloyd Sabaudo nell’essere forzatamente accorpato alla società concorrente. Parlare solo del Conte di Savoia risulta difficile in quanto le due grandi antagoniste avevano analogie, ma anche differenze che rendevano più interessante il confronto.
Il varo dei due giganti fu per entrambi evento di grande risonanza, carico di simbolismi.
Se il Rex fu varato alla presenza del Re e della Regina, rappresentanti di principi conservatori e dell’ufficialità, a salutare il Conte di Savoia erano stati invece il Principe di Savoia (Umberto II) e Maria Josè, personaggi di moda, ammirati e benvoluti, simboli di futuro e innovazione.
Se il Rex aveva la tradizionale poppa a clipper, il Conte di Savoia aveva la più moderna poppa a incrociatore.
Se il Rex era il massimo (ma anche l’ultimo) rappresentante delle navi palazzo, sontuose e ridondanti, il Conte di Savoia apriva una stagione nuova nel modo di intendere la nave passeggeri, con maggiore modernità nella progettazione dell’insieme.
Il Rex - Fotografia Collezione Caligaris
Gli Italiani avevano inventato un modo nuovo e piacevole di vivere il viaggio, intrattenendo i passeggeri, aprendosi al sole e allo svago, correndo più a sud, tra eleganza e socialità, in ambienti stupendi, con un servizio eccellente. Naturalmente anche Inghilterra, Francia, Germania avevano prestigiosi e immensi transatlantici - Queen Mary, Normandie, Bremen - ma si era diffusa l’idea che sulle navi italiane ci si divertisse e che si stesse meglio. Il mondo che conta aveva orientato le sue preferenze: se proprio si doveva traversare l’Oceano, meglio farlo sul Conte di Savoia. Per una nazione che ottanta anni prima non esisteva, era un bel successo. Il Conte di Savoia e il Rex potevano alternarsi perfettamente sulla rotta transatlantica. Garantendo più di 25 nodi di velocità di crociera, erano in grado di spremere i loro centotrentamila cavalli per andare a tutta forza nell’oceano, prestazione veramente impressionante. Il consumo di carburante saliva a più di mille tonnellate al giorno, ma ne valeva la pena. Nessun problema per i capaci serbatoi. Le due meraviglie del mare avevano stupito il mondo per i risultati raggiunti dalla Marina Mercantile Italiana, soprattutto tenendo conto del periodo in cui erano state varate (durante la grande crisi economica mondiale).
Ebbero tuttavia una vita ingiustamente breve: solo otto anni di attività. Furono le ultime a fermarsi, le ultime a traversare l’atlantico a guerra ormai iniziata, con una bandiera sabauda sul fianco, per farsi riconoscere dai primi sommergibili. Poi con l’entrata in guerra dell’Italia, anche loro dovettero sospendere il servizio e non fu possibile usarle nemmeno per scopi militari, date le dimensioni e l’impossibilità di difenderle. Ma il progetto di tenerle in disparte, per impiegarle nuovamente a guerra finita, non ebbe successo. Il Rex fu attaccato da aerei alleati e incendiato, rovesciandosi su un fianco. Conclusione drammatica e clamorosa, fotografata e divulgata, confermando il destino del Rex ad essere più famoso, anche nella fine. Il Conte di Savoia invece fu bombardato da aerei tedeschi e incendiato, posandosi sul fondo. Fu infine demolito. Dispiace sempre concludere il ricordo di queste navi con il triste commento della fine. Questa non sminuisce affatto la loro grandezza. A noi piace immaginarle nel momento migliore, quando solcavano l’oceano a trenta nodi, con folle di passeggeri entusiasti.
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