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Scrivici |Le navi italiane, prima del secondo conflitto mondiale
- Problemi nella preparazione della Regia Marina alla guerra -
Quanto esposto non pretende di rappresentare la storia ufficiale, ma solo
il punto di vista degli autori. E' soggettivo e può
contenere errori o imprecisioni, per cui si suggerisce di non usarlo per
ricerche e di rivolgersi a testi storici più qualificati.
Alcuni sono indicati in Bibliografia.
Prima del secondo conflitto mondiale
Al momento dell’entrata in guerra, il 10 giugno 1940, il Regno d’Italia aveva una notevole flotta militare e mercantile, tale da collocarsi fra le prime marine del mondo. Molte unità erano di recente costruzione, grazie alla frenetica attività dei cantieri navali negli ultimi decenni. Il prestigio marinaro degli italiani si era accresciuto, non solo con le imprese della prima guerra mondiale, ma anche con le crociere di rappresentanza che avevano portato le navi in tutti i porti del mondo.
Ma contro chi avrebbe dovuto combattere questa Marina? Non si sapeva. Fino all’ultimo il Duce non aveva detto chiaro alle Forze Armate quali sarebbero stati i nemici. Era quindi difficile per Esercito, Aviazione e Marina, preparare strategie, piani operativi e anche semplici ordini adatti alle circostanze. Ad esempio, si sarebbe potuto evitare di mandare così tante navi fuori dal Mediterraneo, sapendo che in caso di conflitto non avrebbero potuto fare ritorno in quanto gli accessi (Gibilterra e il Canale di Suez) erano controllati dalla Gran Bretagna. Fu chiesto a Mussolini di avere qualche giorno a disposizione prima della dichiarazione di guerra, in modo da farle rientrare, ma la proroga fu rifiutata. Si può dire che la più grande disfatta navale la procurò il Duce, prima ancora di cominciare. Unica giustificazione per questa fretta fu la convinzione (errata) che la guerra sarebbe stata così breve da rendere più conveniente privilegiare la tempestività e cogliere l'occasione internazionale a danno della Francia. In mancanza di direttive, la Marina aveva immaginato appunto che l’avversario più probabile potesse essere la vicina Marina Francese, per cui le caratteristiche tecniche di alcune navi vennero pensate in funzione di un confronto con unità similari uscite dai cantieri francesi. Ma questo confronto praticamente non ci fu e le navi italiane si trovarono di fronte quelle britanniche, magari meno moderne e più lente, ma più corazzate e con equipaggi più addestrati o con comandanti più esperti e decisi. Nonostante la tensione con l’Inghilterra, cresciuta dalla guerra d’Etiopia, fu una sorpresa per molti dover combattere contro il migliore alleato della prima guerra mondiale, la Marina Britannica, verso la quale vi era anche una grande stima marinara. Oltretutto il conflitto iniziò alcuni anni prima di quando Badoglio, allora Capo di Stato Maggiore, riteneva che venisse raggiunta la necessaria preparazione. In particolare Ciano, Ministro degli Esteri, rimproverava ai tedeschi di aver accelerato i tempi, nonostante gli accordi, costringendo l'Italia ad un cimento prematuro.
La Regia Marina – Consistenza della Flotta Italiana al momento dell’entrata in guerra (10 giugno 1940)
2 corazzate (Cavour, Cesare)
7 incrociatori pesanti (Trento, Trieste, Bolzano, Fiume, Gorizia, Pola, Zara)
12 incrociatori leggeri (Da Barbiano, Di Giussano, Colleoni, Bande Nere, Cadorna, Diaz, Attendolo, Montecuccoli, Duca d’Aosta, Eugenio di Savoia, Duca degli Abruzzi, Garibaldi)
3 incrociatori di vecchio tipo
59 cacciatorpediniere
67 torpediniere
115 sommergibili
66 mas
242 unità ausiliarie
Inoltre:
4 navi da battaglia in costruzione (Littorio, Vittorio Veneto, Roma, Impero)
2 navi da battaglia in rimodernamento (Andrea Doria, Duilio)
12 incrociatori in costruzione
6 sommergibili in costruzione
16 mas in costruzione
Nota: Si è cercato di presentare una situazione sintetica, rielaborando informazioni provenienti da “Navi e marinai italiani nella seconda guerra mondiale” di E.Andò e E.Bagnasco, in cui si possono reperire con precisione maggiori dettagli.
Al momento dell'entrata in guerra l'Italia disponeva di due corazzate ristrutturate con artiglierie (320 mm) leggermente inferiori a quelle normalmente necessarie, ma entro breve sarebbero divenute operative le prime due corazzate moderne con armamento adeguato (381 mm) e notevoli prestazioni (30 nodi). Gli incrociatori pesanti e leggeri erano in gran parte recenti, molto veloci e poco corazzati. Le unità minori, come cacciatorpediniere e torpediniere, comprendevano sia unità recenti che altre più anziane, e quindi il loro uso (nella flotta o per scorta al traffico) dipendeva dalle caratteristiche di velocità e armamento. La flotta sottomarina era eccezionale come numero anche se costituita da battelli di concezione tradizionale. In definitiva la Regia Marina schierava un insieme di unità ragguardevole, proponendosi come antagonista impegnativo per la Marina Britannica.
Continua...
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