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Scrivici |I sommergibili italiani - II
- Impostazione dei battelli ed evoluzione del conflitto -
Forte spinta di galleggiamento e linea adatta a prendere il mare (in Atlantico).
4) La rapida
Un’altra caratteristica dei sommergibili italiani era la forte spinta di galleggiamento. Un battello durante il lancio di siluri o il tiro deve navigare con una certa velocità per assumere stabilità. Con mare formato e con scarso galleggiamento è facile infilarsi completamente sotto le onde. Il mare, spazzando il ponte, può trascinare in mare i cannonieri. E’ però evidente che un maggior galleggiamento richiede di imbarcare più acqua per immergersi e quindi tempi più lunghi (ad esempio, da 100 a 60 secondi contro i 30 di un sommergibile tedesco). Quando la comparsa di velivoli e unità antisommergibili era divenuta frequentissima in un mare fortemente contrastato, fu necessario lavorare sulla rapidità d’immersione. Come tecnica si iniziò ad usare la “rapida dinamica”, usando le casse di assetto (per inclinarsi in avanti) e i timoni di profondità insieme alla velocità per “tuffarsi” sotto le onde. Per immergersi si cambiò l’uso della cassa di immersione con quella di emersione, che era più grande. Poi si fecero modifiche più sostanziali come l’aumento delle dimensioni delle valvole di allagamento e degli sfoghi d’aria, arrivando a 40 secondi e anche meno.
Il ponte poco adatto alla navigazione in immersione
5) Prendere il mare
I sommergibili italiani avevano una linea pensata per fendere le onde in superficie, per affrontare adeguatamente il mare, con molti particolari studiati e raffinati, dalla forma dello scafo alle profilature e sporgenze, che rendevano però la navigazione in immersione più lenta perché conciliare le due esigenze era impossibile, come si può constatare sui sommergibili di oggi, lisci come siluri e più lenti in superficie. Un esempio è lo scalino sul ponte davanti al cannone, per spezzare l’ondata a vantaggio dei cannonieri, come sui ponti delle navi da guerra, ma è evidente che questa soluzione produce una resistenza notevole in immersione. In alcuni casi fu infatti eliminata.
Potente cannone per il combattimento in superficie
6) Cannoni e contraerea
Sui sommergibili italiani vi era inizialmente una scarsa difesa contraerea e un notevole armamento per il tiro diretto, con un cannone di grosso calibro (100 mm) che veniva spesso usato per l’affondamento di piccoli mercantili, essendo sicuramente più economico dei costosi siluri. Ma con l'emersione il sommergibile perdeva i suoi vantaggi e si esponeva ad eventuali risposte (molti mercantili furono sempre più armati) e al sopraggiungere di navi da guerra o velivoli (evento sempre più frequente per la sorveglianza diffusa e per la prontezza di segnalazione di chi veniva attaccato). Il tiro col cannone era effettuato senza strumenti, tenendo fissa la direzione e variando l’elevazione, osservandone l’effetto. Quindi in modo approssimato, con il successo legato all’abilità (e alla fortuna). Tedeschi ed Inglesi vi ricorrevano meno degli Italiani. Anche il lancio dei siluri era effettuato in modo approssimato, con tabelle, e non con centraline di tiro come quelle tedesche. Per adeguare l’armamento, le principali modifiche furono nel potenziamento contraereo, con più armi e di calibro maggiore, poiché era il più facile da attuare.
Continua...
Dettagli ricavati da fotografie tratte da : Stampe originali - 7 anni di Guerra (1955) - Cronache di Guerra (1943)
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